Qui capita che il motore si rompe in mezzo al mare. Un ultimo colpo di tosse e nemmeno una fumata bianca. Qui non sanno nemmeno cos'è una fumata bianca. E adesso chessifà?! Non te la prendi con nessuno, perché la barca grande l'hai scelta tu, è più sicura anche se ci mette di più. Tanto non hai fretta. Per fortuna che non hai fretta e allora aspettiamo.
Così la barca comincia ad ondeggiare, a dire il vero a volte anche troppo, quelle che intrecci le venti dita più forte e fingi di dormire per non avere paura. Un lungo respiro. Dici che sicuro non sarai tu a decidere quello che succederà di lì a poco e allora fai un altro lungo respiro e ti appoggi meglio allo schienale. Non troppo però, perché dietro c'è il buco del motore e dentro c'è già troppa gente. Troppa gente che non fa una piega e si mette a riparare il guasto, al buio, con l'acqua fino alle caviglie e la puzza di benzina.
E allora chissenefrega. E allora io guardo il mare blu e un po' mosso, con la luce che filtra dal tetto e ti arriva fino ai piedi. Chiudo gli occhi perché in fondo sto bene, sono abbracciato e coccolato mentre si sente solo il rumore delle onde. Sto benissimo anzi. Mi piace anche il profumo del mare e del motore che prova a ripartire mischiato con quello dei capelli lunghi sul naso. Mio zio dice che quel ragazzo sta pensando la stessa cosa, è per quello che si è messo giù e dorme veramente. Tanto tra un po' si riparte.
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