15.3.11

Se piove prendo la metro

Mio zio è in ritardo pure oggi, come al solito, anche oggi, anche a Londra. La bici sotto casa però la ritrova anche oggi, non l'hanno rubata nemmeno stanotte che è bene. Uff, fortuna la ciambella di stamattina e anche il caffè latte, altrimenti il cielo grigio sarebbe stato davvero troppo grigio. Da casa a Charles Square sono 10 minuti, sempre troppi quando mio zio è in ritardo e sempre troppi a Londra che non è Roma ma è Londra. Vabbè. Mi zio prende subito la pista ciclabile, eccolo, anche oggi, quel tipo mio zio lo incrocia sempre lungo la pista ciclabile, sia quand'è in ritardo che quando non lo è. Sarà in ritardo anche lui sempre, pure oggi, come al solito, anche oggi. Mio zio pedala poi lascia il manubrio perché guidare la bici senza mani è una cosa meravigliosa di mattina, la seconda cosa più bella della mattina, perché la prima è il buongiorno appena svegli. Tanto la testa è nel cappuccio e le mani nelle tasche, come quel ragazzo londinese di qualche anno fa. Anche lui era passato senza mani, chissà se anche lui era in ritardo, anche quella volta. Andare senza mani è andare senza mani avrà pensato mentre a mio zio ricorda l'estate a Senigallia, all'Inail, quando però ancora i palazzi grandi non c'erano che si giocava a nascondino e si rubavano le viti nei cantieri. Anche lì si andava sempre senza mani. E non pioveva mai.

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