21.12.07

Ma almeno sai come

Macchennesò io? Pedro è lì che guarda il cactus e poi fuori dalla finestra, il cactus poi fuori dalla finestra. Lo guarda e io penso che forse cerca di capire se pioverà. Ma il cactus mica s'innaffia. Dice che è innamorato. Stamattina proprio. Dice che s'è innamorato subito. Ma quanto dura questo innamoramento che oggi ho dovuto cucinare e lavare i piatti anche se non mi toccavano?
Insomma, stamattina mentre tornava a casa ha visto una ragazza che camminava a piedi da sola e s'è innamorato. Era bellissima dice. Dio solo sa quant'era bella. Ho capito. Gli chiedo com'è fatta questa ragazza bellissima e lui non me lo sa dire. E i capelli? Pedro non me lo sa dire. Luminosi, belli perché si muovevano anche loro. Saprai almeno se era alta, bassa, se era magra, ma lui non ci ha fatto caso. Ma cosa gli hai guardato allora?! Pensa di aver capito a cosa mi riferisco. Io però proprio non mi riferisco.
Lui ha guardato come camminava lui, anche come sorrideva mentre si girava ad osservare le cose e mi spiega che in momenti come quello sono due riflessi identici della stessa azione.
Sembrava un angelo di un film, sembrava che stesse camminando sulla terra per la prima volta. Dice che se per caso in quel momento fosse stato al volante, di sicuro avrebbe fatto una frenata di quelle che fanno bestemmiare le vecchiette con l'ombrello che attraversano. Che fortuna che non guidava. E io penso che l'ultima volta che mi è successo la vecchietta non c'era, c'era la signora di sopra col figlio che fa il dentista e che mi ha inseguito su per le scale di casa.
Dio com'era bella. Da oggi, ogni giorno, sempre quello stesso pezzo di strada ogni giorno, ogni giorno per rincontrarla anche se non le chiederà mai come si chiama. Perché non le chiederai mai come si chiama scusa? E lui mi dice che lei è già troppo bella così, da guardare da lontano. Ah.

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