Mio zio sbaglia direzione quando esce da un negozio anche qui. A mio zio piacciono i ponti e luci anche qui, ma pure il caffè lungo, gli accenti che non si capiscono, le partite al pub con gli sconosciuti con gli accenti che non si capiscono, i musei gratis, il cibo che non è la pizza, i vestiti il sabato sera, la moquette, la gente che non si lamenta mai che però se la provochi essì. A mio zio non piace fare confronti, dire che qui si sta meglio, che ha fatto bene, vieni pure tu, che l'Italia potrebbe campare di turismo e cibo e invece. A mio zio piace illudersi ogni volta che esce, sull'autobus, in biblioteca, passando davanti all'agenzia per gli affitti, a mensa. A mio zio non piace fare l'italiano che arriva a Londra e cerca gli italiani. Che poi si sta sempre insieme, si parla l'inglese con quell'accento italiano che non va più via, si va a mangiare la pizza perché sai quanto è meglio dei beans on toast. Mio zio non ci esce con gli italiani.
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