Forse non era colpa tua. Dici sempre che per me è più facile, che riesco a starti lontanto comunque e riesco a prendere le cose così come vengono. Meglio che non ci sentiamo. Non lo so. Non so più cosa voglio. E poi ho visto quel film in cui lui gira per Roma in vespa e mi sei venuta in mente. Mi sono venuti in mente tutti i posti che abbiamo visto insieme, i quartieri che siamo andati a vedere solo perché ne avevi sentito parlare. Era bello quando era così. Mi viene in mente l'estate e il caldo tra i capelli in motorino. Poi però ho pensato a quelle sere svogliate, a quei non ho voglia perché non c'era mai niente da fare anche quando il mondo era pieno di cose da fare. Ecco. L'entusiasmo. Il dover diventare per forza. Forse la colpa era di quella vita che non ho mai voluto, dell'idea di essere come loro. Forse sarebbe stato tutto diverso prima. Il tempo e l'amore non si fermano dicevi. Nessuno ti guarderà mai con gli occhi con cui ti guardavo io dicevo io. Eppure non lo so, ma l'idea di diventare così mi metteva tristezza. La noia e poi il cane. La noia e poi un figlio. Diventare amico di gente con cui non mi sarei mai nemmeno sognato di diventare amico, nemmno fossi in Erasmus. Il doversi raccontare le cose, il doversi raccontare sempre le stesse cose per noia, le cene con i figli nei ristoranti dove c'è posto. Mi sentivo un sognatore, un imprevedibile idealista.
Nessun commento:
Posta un commento