Mio zio lo sa bene che si vede che sono ingegneri. Dalla camminata. Dai vestiti pure. Dalla faccia soprattutto. Che non sorridono e non si divertono mai. Nemmeno la condivisione del pesto funziona e d'altronde mio zio è sempre più convinto che sono pochi quelli che possono permettersi di tenere una diga in testa senza il bisogno di prendere appunti. Pochi sono una baracca. Mio zio sa anche che non appartiene a questo ambiente. In tutti i sensi direbbe. L'allievo però si sbaglia. Mio zio li guarda mentre attraversano la stanza silenziosi e mentre tornano a sedersi silenziosi. Loro però non vedono mio zio che scende le scale lentamente, con quel sorriso che manca da un po'. Mio zio scende e sorride mentre la musica sale lentamente. Questo è il posto a cui appartiene mio zio. Anche il portiere lo ha capito.
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