2.11.09

Si sta come d'inverno sull'impronta

Fa un po' freddo, sempre se 1 grado può essere definito solo un po' freddo. Dopo aver aspettato di sapere dove dormire, alla fine mio zio si sistema. Dormi tranquillo in tenda dove vuoi gli aveva scritto il responsabile della foresteria e lui così ha fatto, presa la prima tenda illuminata e abitata da Mario, che viene da Napoli. La tenda quindi c'è. Tenda G. Come al campeggio. Ci sono anche i bagni che per arrivarci tocca camminare assai, come al campeggio, fin dentro l'università di Scienze che è aperta anche di notte. Meglio quelli del Mc (dio quanto vuole bene ai bagni del Mc mio zio, perché dovunque vai loro ci sono sempre) però sempre bagni sono. Ci sono le docce e presto si vedrà se c'è fila da fare. Come al campeggio. Ma non è proprio come un campeggio pensa mio zio, perché non c'è anima viva nel campo, e non c'è anima viva nell'università. Non c'è anima viva nemmeno in città e nei palazzi, forse sarà colpa delle crepe e dei pezzi che sono venuti giù così. Nella tenda intanto c'è Mario, che viene da Napoli. E mio zio già pensa che tutto quello che sta facendo lo dedicherà a Mario. E a quelli come Mario. Che dormono su cuscini freddi e che di notte si alzano per riattaccare la corrente che salta, infilandosi i jeans sopra al pigiama. E sperando che la corrente non salti di nuovo.
(I ringraziamenti sono tristi perché, con bottoni e senza)

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